Fortuna
che oggi piove. La finestra chiusa non lascia trapelare i miei dialoghi
dell'assurdo, fatti fra me e me, dialoghi su semafori rossi, buchi nelle
tasche, spettacoli noiosi e merende pomeridiane.
Come io
sento tutti i pomeriggi il vicino tenore che fa gli esercizi, pensate forse che
lui non senta me, mentre ripeto a squarciagola: “Mire! Con las setas nunca se sabe cómo acaban las cosas[1]”?
Anche se devo ammettere che la mia preferita rimane sempre “Cuidado!
El semáforo está en rojo[2]”!
Se almeno
una volta nella vita avete provato a studiare una lingua con il metodo Assimil, avete capito perfettamente a
che cosa mi riferisco. A quella sensazione imbarazzante dovuta a parole e suoni
assurdi, pronunciati con il pathos di un’ameba.
Sono alla
lezione catorce e già non vedo
fermare un madrileno per dirgli che non deve confondere la velocità col lardo. No hay que confundir la velocidad con el
tocino! Ma ho come la sensazione che
non mi capiterà spesso l’occasione di sfoderare questo mio bagaglio lessicale.
Forse è un po’ settoriale. Quindi ho deciso di entrare nello spirito spagnolo
attraverso il suo cinema: la lingua
vera, viva, quella delle situazioni reali, comuni, quotidiane, quella delle
cose che succedono a tutti. Per questo ho scelto un film su un transessuale.
E bravi,
ridete. Ora ditemi voi, che cosa altro potevo scegliere? Se penso al cinema
spagnolo mi viene in mente Banderas,
che però è troppo impegnato al Mulino al momento; Penelope Cruz che però gira solo film con Woody Allen e addio spagnolo. Mi rimanevano Guillermo del Toro o
Pedro Aldomóvar.
Provate
voi a scegliere fra un fauno ed un transessuale.
Ps: se
cercate un film in lingua e, a differenza mia, conoscete lo spagnolo tanto da
non aver bisogno di sottotitoli qui trovate una
discreta raccolta di film in streaming.